RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX -
La confidenza del "capo": «poteva solo finire in questo modo»
Roma, 8 ottobre 2009
La confidenza del "capo": «poteva solo finire in questo modo»
le reazioni
Ai collaboratori più stretti ha sussurrato d'acchito una frase: «Non
poteva che finire così, perché io non ho mai costretto o indotto nessuno a
dire il falso». È questa l'unica confidenza di Gianni De Gennaro che
trapela dai più alti ambienti del Viminale, dove la sua assoluzione viene
letta su più livelli. Da una parte la riabilitazione completa di un
«qualificatissimo servitore dello Stato» come molti politici, di opposte
fazioni, lo definivano ancora ieri sera. Dall'altra però si insiste su un
punto più profondo: non ci fu alcun complotto fra i massimi dirigenti
della polizia, nessun filo tirato dall'alto.
La stessa certezza ribadisce al telefono, parlando con gli amici più
stretti appena uscito dall'aula, anche Spartaco Mortola, «alleggerito»
dalla quarta assoluzione in altrettanti procedimenti sui fatti del G8.
Francesco Colucci invece, rinviato a giudizio poiché ha scelto di essere
giudicato con rito ordinario e non "abbreviato", tramite il suo legale
Maurizio Mascia commenta: «Confidavo nell'assoluzione dei due imputati
accusati di istigazione. La sentenza di oggi (ieri per chi legge, ndr)
indebolisce l'accusa, già stata fortemente messa in dubbio dalla sentenza
della Diaz».
S'infiamma la politica. Il leader dell'Udc Pierferdinando Casini si
definisce «contento» dell'assoluzione «di uno dei veri servitori dello
Stato presenti nelle istituzioni». «Felicitazioni» con una telefonata
personale ha espresso il responsabile sicurezza Pd Marco Minniti, mentre
Paolo Ferrero di Rifondazione (e gran parte della sinstra) insiste sul
fatto che «i mandanti siano intoccabili».Il sindaco di Genova Marta
Vincenzi si definisce «delusa e colpita», ma attende le motivazioni per un
ragionamento più articolato.